“Semplicemente Sublime!” l’omaggio del Maestro Vincenzo Grisostomi Travaglini alla grande Giusy Devinu nella rivista mensile “L’Opera International Magazine”, Maggio 2021

“Oltre il tempo, si accendono le luci della ribalta per Giusy Devinu, venuta a mancare nel maggio del 2007. Sono passati degli anni, eppure la sua figura è sempre presente, perché l’arte del palcoscenico vive nel bagliore del momento, racchiudendo in sé la tradizione in una linea di continuità che si apre al futuro. Il teatro d’opera è il luogo in cui si celebra lo spettacolo dal vivo, ogni produzione nasce in un palcoscenico vuoto che si anima attraverso la complessa fusione e la complicità di più elementi. E’ in questo momento che scatta quella magia che è propria dell’arte e poi, inquietante … tutto si spegne, affinché si possa attuare l’ispirazione di un nuovo ciclo. Da secoli gl’interpreti custodiscono il significato dell’avvenimento che s’incorpora davanti a noi e l’artista offre la sua qualità personale nel dar vita e carattere a tutti quei personaggi che soffrono il loro momento, rendendoli immortali. Per tutto ciò Giusy Devinu è Lucia, Violetta e Gilda; l’artista s’immedesimava di volta in volta in uno dei tanti protagonisti che arricchivano il suo repertorio, ai quali dedicava, distintamente, la parte essenziale di se stessa. Spenti i riflettori, Giusy riprendeva la sua irrinunciabile personalità, pronta a ricominciare, ogni volta, un diverso cammino.Dotata di uno spirito profondo, complesso, si dilaniava continuamente fra il piacere della vocazione e il dovere di una volontà portata a sempre nuovi, alti traguardi. La sua esperienza umana accompagnava costantemente quel percorso che si arricchiva, di volta in volta, nel continuo scambio tra la donna e il suo donarsi al mondo della lirica.

Le esperienze vissute insieme a Giusy sono innumerevoli e molte di esse hanno inciso così profondamente nella mia maturazione artistica, tali da appartenermi profondamente.Una troppo particolare analisi allontanerebbe il significato essenziale di questo rinnovato incontro, la cui testimonianza si è realizzata in piena sintonia a ogni levare di sipario.Accendo un riflettore su di lei. Ci meravigliammo in Spagna essendo riusciti a montare in soli pochi giorni una nuova produzione de La Traviata, senza che avessimo ceduto alla lusinga di soluzioni ordinarie. Ciascuna messa in scena si anima con la collaborazione di ogni singolo elemento; questa nostra affinità aveva la forza di coinvolgere tutti i componenti.Un singolare avvenimento, durante la preparazione di una nuova produzione de La Bohème, quando Giusy si offrì ad iniziare le prove con un tenore con il quale non erano previste recite. Ci trovammo ad approfondire il quarto atto con lo struggente addio di Mimì a Rodolfo. Dopo ore che ci sembrarono un baleno, tale l’intesa, tutti e tre ci rammaricammo che quella scena, così unica perché vissuta in quel momento nella sua irripetibile fusione, non sarebbe mai potuta arrivare al pubblico, perché Giusy l’avrebbe interpretata in recita con un altro tenore, titolare del ruolo; egualmente, eravamo felici per l’intensa commozione vissuta. Un privilegio, dal quale ci sentivamo egoisticamente favoriti.Un successivo episodio con La traviata, per il debutto in Italia di Roberto Alagna in Alfredo, con Giusy protagonista. Sentivamo il bisogno, scavando ulteriormente nella verità dei personaggi, di renderla secondo il nostro intendimento. Dopo aver montato registicamente e con impegno il Parigi, o cara… avvertimmo stanchezza, non ci convinceva! Ci sedemmo, Giusy, Roberto ed io, iniziando spontaneamente a dar voce alle nostre emotività, scambiando impressioni, ma senza suggerire specifiche soluzioni di regia. Una breve pausa, dal pianoforte ci giunsero le note del celebre duetto. Soprano e tenore si adagiarono sul letto del III atto. Alfredo iniziò ad accarezzare Violetta; lei gli sciolse il fiocco che cingeva il collo, mentre Alfredo la baciava teneramente, intonando il suo disperato amore. Giusy con spontanea naturalezza schiuse la camicia del suo amato e lui le fece scivolare la camicia da notte, lasciandola a spalle scoperte: era quella scena descritta da Dumas-figlio, dell’ultimo incontro tra Marguerite e Armand, momento che il librettista Francesco Maria Piave riassunse nell’ultimo atto dell’opera verdiana. Erano compiutamente Violetta ed Alfredo e non avevano bisogno di recitare. Un risultato inatteso, capace di stupire noi stessi.Ancora … in qualità di direttore artistico le chiesi d’interpretare Violetta per la serata di riapertura, dopo quindici anni di restauri, del Teatro Ventidio Basso di Ascoli Piceno, nelle Marche, la mia terra natale. Accettò con entusiasmo; quella sera cantò in maniera così avvincente che mi vennero le lacrime agli occhi e abbracciandola tra le quinte, osannata da un pubblico entusiasta, le dissi che era stata sublime. Mi rispose semplicemente: “«sentivo che era un avvenimento a cui tenevi molto (…) ».Giusy non ha lasciato un palcoscenico vuoto, ma una luce in cui ci sentiamo proiettati, noi tutti, verso quella continuità che la vedrà sempre protagonista.”

Vincenzo Grisostomi Travaglini

One thought on ““Semplicemente Sublime!” l’omaggio del Maestro Vincenzo Grisostomi Travaglini alla grande Giusy Devinu nella rivista mensile “L’Opera International Magazine”, Maggio 2021

  1. Caro Ravi

    Grazie, lo leggerò come sempre con grande interesse. Gli articoli di Vincenzo sono interessantissimi.

    Un caro saluto,

    Maurizio

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